Cosa ho imparato in 6 mesi con la mia newsletter

21 Set 2018 | comunicazione e marketing, cose che imparo

Il 1 marzo 2018, dopo aver speso innumerevoli ore a fissare un tasto “pubblica” senza premerlo mentre fuori nevicava,  ho annunciato su Instagram e Facebook che avrei spedito 1 newsletter al giorno da lì al primo giorno di primavera: nell’email quotidiana consigli per rinfrescare la propria comunicazione, superare la sindrome da pollice nero e uscire dal letargo assieme. In poche parole: Spring Vibes.

Il 21 marzo, che è anche  il mio compleanno, ho inviato l’ultima newsletter giornaliera e deciso che ehi, è stato bello, continuerò a scriverti. Da quel progettino che si è chiuso il 21 marzo (e che avrà un’edizione 2019)  è nata quella che è oggi la mia newsletter settimanale.

Oggi Spring Vibes, festeggia 6 mesi.  E cosa ho imparato in questi 6 mesi, io che con Mailchimp ci lavoro e scrivo newsletter per altri, nell’averne una mia?

1 buttarsi è bellissimo

La mia newsletter è arrivata con 2 anni di ritardo. Ci pensavo da tantissimo, ma non avevo mai avuto il coraggio di mettermi lì e scriverla. Sono una consumatrice seriale di newsletter, ad alcune mi sono abbonata a pagamento, e leggendole pensavo: “wow, vedi? Lei/lui sì che ha senso che abbia una newsletter, scrive sempre cose interessanti! ”

E poi: non si iscriverà nessuno. Non mi leggeranno. Cosa posso dire di nuovo io? E i miei amici e colleghi penseranno che dai, sono un po’ fuori…

Alla fine quel tasto l’ho premuto, poche ore prima di inviare la prima email: una follia, uno sbaglio di tempistiche, un insulto a tutte le regole di un lancio ben fatto. Però, ad un certo punto, ho deciso che non avrei più perso tempo a litigare con i ma.

La prima mail è arrivata a 38 persone, tra cui alcuni dei professionisti che più stimo (ce la volevamo far mancare un po’ di ansia da prestazione?). Il giorno dopo gli iscritti erano raddoppiati. Oggi siamo in 261. I tassi di apertura sono costanti, circa al 70%. Non solo mi leggono, ma mi rispondono! Anche questa volta, i ma non avevano ragione, e io non imparo mai.

Ci saranno ancora un sacco di altre prime volte, alcune le ho già in mente, e ora ho creato un precedente per farmi coraggio. Tutte le volte in cui in futuro mi farò prendere dall’ansia, dalla sindrome dell’impostore, dai no e dai ma, una vocina nella mia testa dirà: però quella volta è andata bene no?

2 Scrivere sapendo che qualcuno ti leggerà è più facile (e più difficile)

Ho aperto questo blog e subito mi sono scontrata con la difficoltà di aggiornarlo: poco tempo, tantissimi post abbandonati tra le bozze e il pensiero costante che non fosse interessante.  La newsletter mi ha regalato nuovo entusiasmo anche per il mio piccolo blog: ho ricominciato a pubblicare, a scrivere un pochino più spesso, alcune delle newsletter della prima edizione di Spring Vibes giornaliera diventeranno dei post… Il fatto di sapere, e di vedere grazie ai report di Mailchimp, che le persone aprono le mie email, cliccano e leggono mi ha aiutata a uscire un po’ dal bozzolo, e a continuare a scrivere non solo l’email settimanale ma anche qualche post.

Dall’altro lato, sapere che qualcuno mi leggerà sicuramente mi fa alzare ancora un po’ l’asticella, mi “costringe” a impegnarmi per offrire sempre contenuti utili, link carini, curiosità, account instagram ispiranti. So che ci sarà una newsletter che piace più di un’altra, ognuno avrà la sua preferita magari, ma io faccio del mio meglio per ogni singolo invio, com’è giusto che sia. Insomma, l’ansia è diventata la mia migliore amica, ma ho iniziato ad usarla come fonte di spunti e non come motivo di blocco.

3 Essere costanti non è un’impresa impossibile

Questa era la mia paura più grande: come farò a mandare un’email al giorno? Come farò a mandarne una a settimana?

Come ho fatto? L’ho promesso. L’ho promesso ad ogni singola persona che si è iscritta, e anche se fossero state solo 10 non sarebbe cambiato nulla. Non posso venire meno alla promessa fatta, e non c’è motivazione più forte di questa.

4 l’importanza di pianificare quando hai poco tempo

I 20 giorni di email giornaliera li vedo oggi quasi come un miracolo. Tutti erano, giustamente, convinti che io avessi già scritto tutto. E invece no. Te l’ho detto, pensavo avrei desistito come le altre volte. Avevo tutto in testa, ma questo non significa nulla. Niet! Tienilo a mente! Certo, dopo i primi attimi di affanno e gli oh mio dio la gente si iscrive, è arrivato il vero panico. Quando le scrivo, cosa scrivo, le foto, i link utili li ho salvati ma devo dargli un senso…

Avevo i temi della prima settimana pronti, e questo mi ha aiutata molto, ma avrei dovuto pianficare il tutto molto meglio: mi sarei vissuta tutto con meno stress. Lezione imparata, anche per l’edizione 2019!

Se decidi di crearne una pianifica, programma, scegli i contenuti, scriviti un piccolo vademecum generale di stile da riguardare quando ti chiederai: potrei parlare di questo? E inserire questo? Ricorda sempre che scrivi per gli altri e non per te. E che se il tempo che hai ti sembra poco, pianificare ti salva.

5 Scrivo meglio di giorno che di notte

Proprio per il punto 4 mi sono ritrovata in alcuni casi a preparare 2-3 newsletter ad orari improbabili, ad esempio di notte. E si è visto. Mi sono scappati un paio di refusi e un link non funzionava bene. Certo, può capitare, ma continuo a pensare che potevo evitarlo prendendomi il giusto tempo per scrivere e rileggere, per lasciar decantare e poi riguardare. Lo so, meglio fatto che perfetto, e infatti in questo caso avere delle scadenze fisse e una promessa fatta mi ha permesso di non mancare mai un appuntamento, ma ho imparato che posso, e devo, fare meglio. E che scrivere di notte va bene per certi scrittori bohemien,  e magari anche per te, ma non per me.

6 Una newsletter non è da tutti. Ma, perché no?

Come tutti i canali che decidi di usare e le scelte di comunicazione che ognuno fa, una newsletter è un progetto che va valutato. Devi progettarla, pensare ai contenuti, capire a chi è rivolta, a chi stai scrivendo. Non è scritto da nessuna parte che tutti dobbiamo averne una, ma perché no? Se ti piace scrivere e hai qualcosa da dire, e senti che è uno strumento adatto a te come l’ho sempre sentito io, prova!

Come non è detto che le scadenze di invio che usa una persona vadano bene per gli altri: c’è chi la invia una volta al mese e tanto basta, chi ogni 15 giorni e chi settimanale, l’importante è trovare una tua dimensione e una tua scadenza che sai di poter rispettare. E se Mailchimp ti fa impazzire o non sai da che parte partire puoi sempre scrivermi!

7 quando inizi a fare, arrivano cose belle e inaspettate. E so’ soddisfazioni!

Ho ricevuto mail che mi hanno commosso, complimenti, messaggi di stima e di ringraziamenti. Ho conosciuto persone, ho scoperto nuovi contatti da seguire e da cui imparare. E ho ricevuto delle sorprese, una in particolare che se va in porto ti racconterò presto.

Quindi domani parte una Spring Vibes festosa, di quelle da anniversari importanti, con la giusta dose di incredulità e entusiasmo. Ci sarai anche tu? Puoi iscriverti qui.