L’estate sta finendo, ma non per me.

1 Set 2015 | cose che imparo, Interviste

Mi state mettendo ansia in questi giorni, tutti lì pronti ai blocchi di partenza di un settembre che è diventato ormai un nuovo anno. E via di buoni propositi, liste, cose da fare-migliorare-leggere prima/dopo/durante le vacanze. Che io non ho ancora fatto.

Quindi fermi tutti: sono nata il 21 marzo, e agli equinozi e alle mezze stagioni ci tengo. L’estate non finisce il 31 di agosto (nonostante Brunori Sas) ma vivrà ancora per 20 giorni, giusto in tempo per il mio rientro dal Portogallo.

Ma l’estate sta finendo…

Voi citate la canzone dei Righeira e mi ricordate che io quest’estate ho avuto la fortuna di conoscerlo, quel Michael Righeira. Stefano Rota oggi vive a Thiene, e quando mi ha stretto la mano si è presentato come Mike.StoryCorner Michael Righeira Ché alla fine con gli alter ego ci convivi tutta la vita, anche quando dopo aver fatto la storia della musica italiana quella vita l’hai ripresa in mano, cambiata e hai intrapreso una carriera di attore. Mike Righeira è una persona molto colta, carismatica, con cui al di là delle domande “live” ho potuto parlare di radio, di musica, di passione, di studio e di impegno. Dell’importanza della voce, perché se nei primi 30 secondi una persona si fa un’idea di te, la voce è fondamentale per farti ascoltare anche dopo quella manciata di tempo, e se sai parlare bene hai già una marcia in più. Mi ha ribadito, con la sua storia, che volere è potere ma che potere è sempre frutto di studio, sacrificio e grande impegno. E mi ha regalato una frase in particolare che voglio ricordarmi: “Chi nomina domina. Perché conoscere e saper dare un nome alle cose ti permette di dominarle e di dare un nome anche ai propri sentimenti ed emozioni”.

Ho conosciuto Gabriele Dadati, scrittore piacentino che scrive bellissime storie, e che suo malgrado ne ha avuta una “d’amore con il cancro”, come la chiama lui. E si può ridere parlando di malattia? Si, con lui si. Che ti dice che le storie nascono per essere ascoltate e per stare assieme, ma possono servire per raccontare un’esperienza e fare prevenzione. Il 5 settembre Gabriele inaugura a Piacenza il suo nuovo progetto, fatto di carta e ovviamente di storie e che ha le sembianze di un papero. Io vi consiglio di andarci.

E poi c’è Selene Biffi. A 32 anni ( e da quando ne ha 20) si batte per diffondere l’istruzione in Afghanistan attraverso le storie e i cantastorie con Qessa Academy, che distribuisce libri illustrati in una bidonville in India per esempio così i bambini imparano l’igiene di base con Plain Ink, e che ha in mano un progetto incredibile per individuare e rendere assolutamente innocue le mine antiuomo, dimezzando i tempi di sminamento, Bibak. Ma 11234972_1002639009767409_1240116887079107235_nche non trova finanziamenti adeguati. Non è solo una questione di sicurezza, di vite, braccia e gambe salvate. I terreni minati sono ovviamente inutilizzabili, in paesi dove l’economia è disastrosa e l’agricoltura potrebbe aiutare a sopravvivere interi villaggi. Ecco, io da questa ragazza minuta, così coraggiosa e allo stesso tempo umile non ho solo imparato qualcosa, non mi sono solo sentita piccola piccola di fronte a tanta forza d’animo. Mi sono sentita in colpa. Ho pensato che stiamo chiedendo troppo a persone come Selene, che sacrificano la propria vita per il bene degli altri e poi si vedono chiudere porte in faccia, magari perché non affiliate ad uno o all’altro partito o credo religioso. E come posso aiutare Selene, che ti dice che non serve essere straordinari per fare cose straordinarie? Io ci sto pensando da luglio, da quando l’ho salutata davanti alla porta del suo hotel, e un modo voglio trovarlo.

Potete ascoltare interamente le chiaccherate che ho fatto con loro a Story Corner 2015 su Radiobue.it.

Poi quest’estate sono ritornata effettivamente ad Expo (e a breve ve lo racconto), mi sono iscritta ad una tonnellata di newsletter, ho letto finalmente tanti libri, sono stata a concerti, ho comprato una centrifuga e cucinato tanto, sono andata al mare, in montagna e al ritiro della Roma (si, sono la prova vivente che l’amore rimbambisce), ho messo tanti post in bozze…

E poi ho “messo dischi” (che “ho fatto dei dj set” sembro troppo professionale). Una cosa che vorrei fare più spesso e meglio, e che mi fa capire quanto mi manca la radio, quanto mi piace vedere le persone muovere la testa e i piedi al ritmo delle canzoni che mi piacciono, con le cuffie in testa così mi vergogno un po’ meno a farmi vedere lì.

Perché io d’estate non smetto di lavorare ma faccio comunque quello che mi piace di più. E l’obiettivo di questo settembre è imparare a portarmi la bellezza dell’estate anche nei mesi in cui fuori c’è la nebbia.

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